Misure come lo scudo fiscale favoriscono chi ha operato nell’illegalità, prima di tutto la criminalità organizzata, poiché il minor attivismo dei controlli fiscali sulle società non consentirebbe di conseguire accertamenti e verifiche sostanziali sui bilanci societari. Sia chiaro a tutti – lo scrivo convintamente – che con lo scudo fiscale nessuno sarà in grado di distinguere tra il denaro che rientrerà lecitamente e quello sporco di sangue e droga proveniente dalle mafie.
Per farla più semplice e comprensibile a tutti, con lo scudo fiscale lo Stato dice: non m’interessa chi sei, come hai il denaro, se hai ammazzato o commesso crimini di genere vario, mi serve il tuo contributo e in cambio ti offro copertura e non punibilità.
In sostanza con questo strumento le mafie contribuiscono a sanare il bilancio dello Stato, di quello Stato di cui si servono spesso e del quale sono complici. In Italia mafie e corruzione dilagano anche perché vi è
una criminalità organizzata che esercita un controllo anche sulla politica. Mi chiedo e vi chiedo: è in questo modo che il “Governo del cambiamento” vuole combattere corruzione, mafia ed evasione fiscale?
Nel provvedimento del Governo si legge testualmente: “Chi aderisce alla pace fiscale presentando una dichiarazione integrativa sulle somme nascoste al fisco non sarà punibile per dichiarazione infedele, omesso versamento di ritenute e omesso versamento di Iva, nemmeno se abbia riciclato o impiegato proventi illeciti”. Questo fino al 30 settembre 2019. Se così è, si consente ai mafiosi, ai corruttori e agli evasori, di far passare senza controlli i loro patrimoni illegali. Si avrà, in poche parole, un condono anonimo dell’evasione e all’illecito arricchimento. Se sarà così, urlerò a gran voce che ancora una volta il nostro Paese è ostaggio di massoni, piduisti, corrotti e corruttori e mafiosi che fanno gli interessi propri ai danni degli onesti cittadini. Se così sarà, mi auguro che il Presidente della Repubblica non firmi il provvedimento e fermi questo nuovo tentativo di favorire le mafie e la corruzione.
Vincenzo Musacchio
(Giurista e Direttore della Scuola di Legalità “don Peppe Diana” di Roma e del Molise)
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