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Le domande dei bambini della Casa di Paolo

di Roberta Gatani – 6 dicembre 2016

Oggi alla Casa di Paolo c’era agitazione. Troppi bambini e pochi volontari. Quando sono arrivata ho individuato due tra i più irrequieti e gli ho chiesto di seguirmi in un’altra stanza, dove ci saremmo potuti concentrare meglio. Ci siamo seduti e loro invece di prendere i libri hanno cominciato a parlare dei quadri alle pareti che ritraevano Paolo. E poi uno dei due mi dice: “ma tu lo sai che e’stato ammazzato dentro una macchina con una bomba?”

E io: “lo so bene, lui era mio zio”.

I bambini sono rimasti in silenzio e visibilmente spiazzati. Poi hanno cominciato a dire che non ci credevano e che non era possibile, perché il mio cognome non è Borsellino, fino a chiamare Salvatore certi che mi avrebbe smentita. Poi un po’di silenzio e imbarazzo. E uno di loro mi dice: “ma tu ci pensi mai se non fosse successo? Se non ci fosse stata la bomba nella macchina?” E io: “…certo che ci penso. È stata una cosa terribile, ma qualcosa di buono nonostante tutto oggi ne è venuto fuori. Noi ci stiamo conoscendo, oggi, no? Nella casa dedicata a Lui? e non è bellissimo?”
Io e i bambini poi ci siamo messi a studiare matematica.
Ed è stato davvero bellissimo.

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